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domenica 6 aprile 2014

"Non buttiamoci giù" - Recensione del film

Da sinistra: Pierce Brosnan, Toni Collette, Imogen Poots e Aaron Paul
di Riccardo Ezzu e Stefano Romeo

  
Film di Pascal Chaumeil,
con Pierce Brosnan 96 minuti
Gran Bretagna 2014, 
uscito in Italia giovedì 20 marzo 
Tratto dal libro di Nick Hornby:
“Non buttiamoci giù”





Quattro persone si trovano la notte di Capodanno in cima ad un palazzo di Londra. Non si conoscono, ma hanno tutti intenzione di suicidarsi. Dato che non sono soli, i quattro esitano a buttarsi; parlando tra loro  stringono un legame e decidono di incontrarsi di nuovo la sera di San Valentino per verificare se ci sono stati cambiamenti positivi nelle loro vite.
I media vengono a sapere dell'accaduto e, per vari motivi, anche legati alla notorietà di due di loro, i quattro decidono di andare in vacanza per sfuggire a televisioni e giornali che li pressano incessantemente. In seguito ad altre vicende i quattro protagonisti abbandonano totalmente l'idea del suicidio.

Il film è tratto dal romanzo omonimo di Nick Hornby, che è abituato a veder trasposti su pellicola i suoi racconti, come "Alta Fedeltà" e "About a boy".

Trailer

Il libro si presenta con la struttura di un diario, mentre Chaumeil lo trasforma in un film ad episodi, ma questa non è l’unica differenza. Mentre il libro calca maggiormente la mano sul lato tragico del tema (suicidio e depressione), il regista cerca un connubio tra tragico e comico, concentrandolo maggiormente su quest'ultimo aspetto. Del resto, la storia professionale di Chaumeil è chiara: dopo essere stato l’aiuto regista di Luc Besson, passa alla televisione e, soprattutto, alla pubblicità, per approdare al cinema con due commedie ben accolte dal pubblico: "Il truffacuori" e "Un piano perfetto". La visione del film non risulta sgradevole. Le capacità tecniche della sua regia lo fanno apparire a tratti commovente, e a tratti divertente, ma la narrazione sembra mancare di un chiaro filo conduttore. Le motivazioni dei personaggi, prima a suicidarsi e poi a rinunciare all’idea, sembrano vaghe, poco chiare. Il sospetto cade allora sulla scelta di usare i toni della commedia per un tema difficile, spinoso e un po’ tabù come quello trattato. Chaumeil sembra quindi portato per il tono della commedia, anche se per questo film non è in realtà il più adatto.

Edizione italiana del libro

  

Clip ufficiale dal film

                                                             

Mastro Renzi e le vane televendite

di Stefano Romeo

"Dal 26 marzo- venghino signori, venghino- si vendono le auto blu all'asta".

Il nostro Presidente del Consiglio Matteo Renzi
Queste non sono le parole di un venditore televisivo di materassi e pentole, nemmeno quelle di un fruttivendolo in un mercato cittadino, bensì le alate parole del nostro stimato Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il nostro ineffabile Presidente, nella conferenza stampa del 12 marzo c.a., ha espresso un progetto un po' bizzarro, ideato dal commissario alla "spending rewiev" Carlo Cottarelli. Secondo questo stravagante progetto, si ha l'intenzione di vendere su ebay un totale di 1500 auto blu , con una prima "stoccata" di circa un centinaio.

A questo punto verrebbe quasi da portare in solenne trionfo colui che ha avuto l'idea di vendere una fonte di così inutili e gravose spese per lo Stato, spese che inevitabilmente ricadono sugli italiani. Ma ecco sorgere, quando si sta ormai acclamando il benefattore della Patria, qualche problema. Innanzitutto bisogna sottolineare che in Italia le auto blu sono più di 59.000, e l'idea di venderne solo 1.500 potrebbe sembrare un po' una "presa in giro", se mi è concessa l'espressione. Si potrebbe anche osservare che il piccolo Stato italiano possiede il parco di auto blu più ricco e numeroso d'Europa, con più di 59.000 veicoli, quasi quanti ce ne sono negli U.S.A., che ne ha 72.000.
Ma lasciamo le futili e oziose dispute a chi ha tempo da perdere. Adesso vorrei evidenziare un aspetto curioso della vicenda: a dicembre dell'anno 2013 è stata bandita una gara sul sito della Consip (la centrale acquisti per la pubblica amministrazione italiana), con termine stabilito per il 27 febbraio 2014, secondo la quale si bandisce l'acquisto di altre 210 auto blu blindate. "La base d'asta" dice il sito della Consip "è pari a 23.305.000 euro". Mi chiedo come sia possibile vendere un centinaio di auto blu, per poi ricomprarne 210 nuove di zecca. Lo zelante vicepresidente della Camera dei Deputati, il pentastellato Luigi Di Maio, fa notare la contraddizione in una interrogazione parlamentare, ma non riceve risposte. Cosa devono pensare ora gli italiani, che l'agguerrito paladino della giustizia Matteo Renzi abbia fatto una tale carnevalata al solo scopo di ingraziarsi gli elettori? Sicuramente no, il Presidente del Consiglio in persona ha affermato che si tratta di una "azione demagogica", "dal forte impatto simbolico". E l'impatto simbolico si vede, tanto che, ancor prima della vicenda delle auto blu, l'onorevole Andrea Colletti, del Movimento 5 Stelle, ha detto una frase parecchio spinosa nei confronti del buon Renzi: "Lei è un ottimo venditore di pentole, lei è il Giorgio Mastrota della politica". Con tutto il rispetto possibile per il signor Mastrota, trovo il paragone decisamente indovinato. La facciata è decisamente inoppugnabile, ma la sostanza? Dove sono i fatti concreti? Ora che l'Italia avrebbe bisogno di una manovra economica radicale, della riforma della legge elettorale e di decisioni ardite ma indispensabili, a cosa serve gingillarsi con qualche milione di euro, quando il debito pubblico dell'Italia si aggira intorno ai 2.000 miliardi? Lascio ai posteri l'ardua sentenza.



http://video.repubblica.it/dossier/governo-renzi/renzi-dal-26-marzo-asta-online-delle-auto-blu/158995/157488





 

2013 - 2014 ripresa granata?

di Riccardo Ezzu


Il Torino Football Club nasce nel 1906 è una squadra che vanta la vittoria di 7 scudetti e 5 coppe Italia. Ha avuto anni di grande prestigio con la formazione degli anni '40 dello scorso secolo, chiamata Grande Torino, che ebbe fine con la tragedia di Superga nel 4 maggio del 1949, nella quale morirono 31 membri del Torino tra calciatori, staff tecnico e giornalisti. La squadra ebbe un lento declino e nel 1959 fu retrocessa per la prima volta in serie B. Si riprese tra la fine degli anni '60 e gli anni '70, quando nel 1976 vinse il suo ultimo scudetto. Il Torino assumerà il nome completo di Torino Football Club dopo il fallimento della società avvenuto nella stagione 2004-2005.
Fino al 2011 la squadra procede incerta tra la serie A e la serie B, ma all'arrivo di Giampiero Ventura il Torino si guadagna la serie A in cui ancora milita. 

Scheda dell'incontro 


Oggi, 6 aprile 2014, il Torino Football Club guadagna la sua dodicesima vittoria in campionato, confermandosi decimo in classifica con 45 punti. Grazie alla guida di Ventura la squadra sconfigge in trasferta il Catania per 2 a 1, grazie ai gol di Alexander Farnerud e Ciro Immobile, che raggiunge quota 18 così da eguagliare il numero di reti in campionato di Carlos Tévez della Juventus. Il Torino, come ha anche dichiarato l'allenatore, malgrado l'inizio non convincente è riuscito a riprendere la concentrazione nel secondo tempo. Nonostante il periodo critico tra febbraio e marzo in cui la squadra ha subito cinque sconfitte, sembra che si stia riprendendo dopo le vittorie con il Cagliari e col Catania. A questo punto del campionato il futuro della squadra sembra essere roseo dato che i risultati dell'andata erano stati soddisfacenti e, dovessero ripetersi, il Torino potrebbe arrivare a quota 56 punti. Considerando che il Torino nei precedenti quattro campionati di serie A non ha mai raggiunto i 40 punti, i risultati della stagione 2013-2014 si stanno dimostrando assai positivi e fanno sperare l'Europa ai tifosi granata per il prossimo anno.

Francesco Fedato (sinistra) e Ciro Immobile (destra)

2014 nel segno di Belinelli

L'All Star Weekend ha sempre avuto un grandissimo peso nel mondo dell'NBA. Da una parte, al venerdì, ci sono i Rookies (le matricole dell'NBA), che con l'NBA Rising Stars Challenge hanno l'opportunità di mettersi in mostra per futuri contratti con team di un certo peso. Dall'altra, la domenica, c'è l'All Star Game, in cui i più grandi del basket della East fronteggiano quelli della West Coast in un match senza alte tensioni, ma con grande quantità di schiacciate, punti e spettacolo.
Quest anno, dal 14 al 16 febbraio 2014 a New Orleans, però l'interesse di tutti gli italiani appassionati del basket si è concentrato durante il sabato. Infatti, oltre al mitico Slam Dunk Contest, ha luogo una gara di eguale importanza: il Three-Point Contest. L'importanza della prima è ovvia: a tutti piace vedere la schiacciate, soprattutto quando a farlo sono uomini come Michael Jordan o Dwight Howard che letteralmente "volano" dalla lunetta dei tiri liberi. Ma anche la seconda gara non è da meno. Il compito è difficilissimo: segnare ,entro un certo limite di tempo, quante più triple possibile con 25 palloni a disposizione, distribuiti a loro volta su cinque carrelli sparsi sulla linea dei tre punti. Vincitori di questa gara sono stati leggende del basket come Larry Bird e grandi del basket moderno come Paul Pierce e Ray Allen.
La seconda gara ha avuto per noi italiani una grande importanza, dato che si è presentato tra i partecipanti Marco Belinelli che in partenza non era considerato tra i favoriti poichè si confontava con atleti del calibro di  Steph Curry, Kevin Love o Damian Lillard che lo avrebbero dovuto sicuramente spazzare via. Ma non è stato così. Il bolognese al primo round segna  19 punti (su un massimo di 30) mentre i suoi avversari fanno rispettivamente 16, 16 e 18 punti e vengono così eliminati. Allora va in finale contro  Bradley Beal particolarmente in forma in quella serata e che, nella prima manche, aveva totalizzato  21  punti. La "prima" finale tra i due atleti  è nulla perché  terminano entrambi con 19 punti, si va perciò agli spareggi. Marco parte per primo. La tensione è alta e infatti arranca abbastanza al primo carrello e ai primi palloni del secondo. Ma, da quel momento in poi, è un tutto un crescendo nella sua prestazione e così  sbaglia solo tre palloni negli ultimi tre carrelli.  Allora Flavio Tranquillo, telecronista per Sky Sport, si esalta e urla << E' caldo come una stufa!>>. A questo punto non c'è più storia: Belinelli  segna 24 punti su 30, sfiorando anche il record di sempre di 25 . Inutili gli sforzi di Beal: <<Game, set and match!>>.  Marco è il primo italiano nella storia a vincere un trofeo di qualsiasi genere nell'NBA. Potrebbe inoltre non essere l'ultimo: ad esempio potrebbe ottenere il Most Improved Player, il trofeo per il giocatore che maggiormente si è migliorato rispetto alle precedenti stagioni. L'ex giocatore della Virtus Roma, dopo una mediocre stagione ai Bulls sta migliorando sempre di più: a inizio stagione metteva il 60% dei suoi tiri da tre, ora ne mette circa il 45%, che vuol dire che, nonostante l'abbassarsi delle sue percentuale, quasi la metà delle sue triple entrano. Inoltre la sua squadra è in ottima forma! Nonostante l'ultima sconfitta contro gli Oklahoma City Thunder, la squadra aveva vinto 19 partite di fila, stabilendo il record di vittorie consecutive di sempre della formazione dei San Antonio Spurs. Questo potrebbe portarli all' "anello", che rappresenterebbe la vittoria su tutte le altre squadre dell'NBA e, per Marco, la realizzazione del sogno di tutta la sua carriera.

Qui sotto, il video della prestazione di Belinelli e la successiva intervista "a caldo", commentata dai telecronisti di Sky Sport



















 di Lorenzo Romano

Chi fa da se(lfie) fa per tre

di Beatrice Cantino

Il selfie, indiscussa moda dell’ultimo anno, sta spopolando tra tutti (ragazzi, adulti, vips) al punto che anche l’Oxford Dictionary ha inserito il neologismo tra i suoi lemmi.
Questa tendenza nasce da un sempre più grande bisogno di catturare un momento e condividerlo. I critici e gli scettici arrivano a parlare di “selfite”, ovvero la mania di produrre autoscatti e condividerli sul web, delineando addirittura tre livelli di gravità e il profilo psicologico del “selfier” medio.
In realtà  è un modo come un altro di raccontarsi al mondo, questa è la vera moda, e le sue spie sono tante: una tra tutte è l’iniziativa di Gabriele Salvatores “Italy in a day”, un film sociale composto da tanti spezzoni di persone, momenti, luoghi e azioni registrati dagli italiani stessi, raccolti su una piattaforma e affidati al premio Oscar che li trasformerà in un film che racconti la quotidianità del nostro paese.



Neanche il Papa ha resistito alla tentazione del "modus selfiendi" e si è fatto fotografare insieme a tre adolescenti in visita al Vaticano.













Il “selfie papale” è stato tra i più memorabili e condivisi dell’ultimo periodo, quasi al pari del “selfie da Oscar” scattato dalla presentatrice Ellen Degeners in compagnia di un cast mozzafiato tra cui Meryl Streep, Julia Roberts, Brad Pitt, Angelina Jolie e Bradley Cooper, che detiene il record: in meno di tre minuti l’immagine è stata ritwittata ottantamila volte e nel giro di un’ora quasi un milione di volte, e il numero continua a crescere.












Il fenomeno arriva anche nello spazio, tantissimi sono stati gli astronauti che si sono immortalati tra stelle e pianeti. L’astronauta Mike Hopkins è stato il protagonista di un "selfie spaziale" alla vigilia di Natale, con questo ottiene il primato di miglior selfie per essersi immortalato con il pianeta Terra.














Insomma braccio teso, volto espressivo e tutti pazzi per i selfies: si fanno, se ne parla. Rimane da capire se è davvero un’innovazione o solo moda, che quando passa ti vergogni di aver seguito.

Nonostante la caduta di Paolo Bovi, il successo dei Modà non si ferma

di Virginia Iunti

Si ritorna a parlare di ciò che è accaduto a uno dei componenti della band dei Modà, viene dunque naturale sottolineare come questo gruppo se la sia cavata con onore. 
Infatti, il cofondatore dei Modà, Paolo Bovi, già accusato nel 2011 di aver molestato dei ragazzini fra i 13 e i 16 anni, dopo aver manomesso il braccialetto elettronico che gli era stato messo da quando si trovava ai domiciliari, è salito a bordo della sua auto ed è andato vicino alla sala in cui era solito provare con la sua vecchia band, i Modà, a Cernusco sul Naviglio (Milano) e sotto l'effetto dell'alcol ha collegato una canna di gomma al tubo di scappamento. I carabinieri l'hanno trovato e salvato in tempo. Hanno portato il quarantenne in ospedale e, una volta dimesso, nel carcere milanese di San Vittore per rispondere anche dell'accusa di evasione.
I pm di Milano, che hanno condotto l'inchiesta, avevano chiesto il carcere per Bovi, ma il gip aveva imposto i domiciliari con l'obbligo del braccialetto elettronico, riqualificando i fatti come di "lieve entità", poiché non si era trattato di rapporti sessuali completi ma di molestie e toccamenti.
Bovi si è sempre rifiutato di rispondere.
Nonostante la 'perdita' di un compagno, oltre che fisica soprattutto morale, dal momento in cui i Modà ammettono più volte di non riconoscere il loro compagno, il loro successo non si arresta; anzi, se qualsiasi altro gruppo musicale avrebbe, in questa situazione, lasciato troppo spazio alla disperazione, i Modà continuano il loro percorso da pop-band con elevato entusiasmo e coinvolgimento dei fans. 
Infatti dopo aver pubblicato tre album e aver partecipato con il brano 'Riesci a innamorarmi' al Festival di Sanremo 2005, nel 2011 la band sale alla ribalta con l'album Viva i romantici, che vende oltre 300.000 copie in Italia, i maggiori successi compiuti dai singoli 'La notte', 'Sono già solo' e 'Come un pittore', quest'ultimo in duetto con Pau Donès. 
Nello stesso anno i Modà partecipano al Festival di Sanremo 2011 con il brano Arriverà in duetto con Emma, e arrivano al secondo posto nella competizione. Partecipano anche al Festival del 2013, arrivando al terzo posto con 'Se si potesse non morire', con questo brano hanno partecipato alla colonna sonora del film 'Bianca come il latte, rossa come il sangue'.
L'ultimo grande successo l'hanno avuto quest'anno con 'La sua bellezza', che fa parte dell'album 'Gioia..non è mai abbastanza', album che è stato il secondo più venduto in Italia nel 2013. 
Quest'anno sarà momento di grande fervore per la band di Kekko Silvestre, infatti nella sua tournè la band toccherà mete gloriose come Parigi e New York e si suppone che, come sempre, non deluderà. 
L'Italia ospita Frida

Locandina della mostra (titolo del quadro: Autoritratto con corona di spine e colibrì)


Frida Kahlo, celeberrima pittrice nata nel 1907, è considerata l'emblema dell'arte messicana nonché simbolo di emancipazione artistica e personale dal rigore imposto alle donne di primo Novecento. Affetta da spina bifida, trascorse gran parte della propria vita in cura e a 18 anni fu coinvolta in un incidente che la costrinse, dopo 32 operazioni chirurgiche, per anni a letto con il tronco ingessato. Durante la permanenza forzata in casa, Frida coltivò l'interesse per la politica, leggendo del comunismo, e le sue grandi doti artistiche concentrandosi esclusivamente sulla propria immagine, sono infatti noti i suoi innumerevoli autoritratti ed i dipinti sul busto di gesso che indossava. Una volta tolto il busto tornò a camminare e presentò alcuni lavori all'affermato artista Diego Rivera, nella speranza di esser giudicata positivamente dal pittore e contribuire al sostegno economico della famiglia. Rivera, profondamente colpito dalle capacità della donna, la introdusse nella scena politica ed artistica del Messico. 

Nel 1929 i due si sposarono e Frida seguì il coniuge negli Stati Uniti per seguire alcuni lavori a lui commissionati. Dopo il divorzio ed il secondo matrimonio con Diego, la Kahlo si trasferì nella Casa Azul, oggi sede del museo a lei dedicato.



Facciata frontale della Casa Azul 


Dal 20 marzo a Roma è aperta al pubblico una mostra dedicata interamente all'artista messicana presso le Scuderie del Quirinale che ospita gran parte delle opere più celebri: 40 capolavori provenienti dal Messico e da tutta Europa grazie a collezioni pubbliche e private. L'iniziativa non coinvolge soltanto la città di Roma, poiché dal 20 settembre 2014 ed il 15 febbraio 2015 si terrà una una seconda mostra al Palazzo Ducale di Genova, nella quale saranno esposte numerose opere di Frida incentrate principalmente sulla figura del coniuge Diego Rivera.
La mostra romana, a cura di Helga Prignitz-Poda non introduce solo i frutti del rapporto tra Frida e le correnti artistiche che caratterizzarono in Novecento nel Centro America, ma opere che presentano un evidente filo conduttore, incentrate sulla costruzione dell'io artistico e personale della Kahlo e sul dolore, immancabile compagno e motore dell'arte. Importante è anche l'influenza politica che dona ai suoi lavori notevole carattere e permette di notarne la forte impronta femminista, facendo dei suoi quadri una vera e propria biografia, istante per istante, che dalla gioventù sino alla morte, nel 1954, permette di inquadrare una donna dell'eccentrica personalità, divenuta ormai icona dell'arte pittorica femminile.


Frida con il marito Diego Rivera (Fonte immagine: http://it.wikipedia.org/wiki/Frida_Kahlo )


di Margherita Vaccaneo