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domenica 30 marzo 2014

Fast food Collection per Moschino

Negozio 10 Corso Como a Milano ospita la Capsule di Jeremy Scott


Buio, brusii eccitati, penne che fremono dal cominciare a scrivere, obiettivi impazienti di scattare. Siamo alla Paris Fashion Week (25 Febbraio-5 Marzo) e suadenti modelle sfilano indossando la collezione di Jeremy Scott, nuovo designer della Maison Moschino. (Vedi la sfilata http://www.youtube.com/watch?v=A4SdshkUySk)
 Lo stilista americano fa una strizzatina d’occhio alla nota catena di fast food: McDonald’s, infatti reinventando il logo Moschino, crea una capsule di 10 pezzi che hanno mandato in fibrillazione le celeb!



Modella sfila durante la Paris Fashion Week
Modella sfila durante la Paris Fashion Week

                 Iphone cover che profumano di patatine fritte, t-shirt dalle scritte ironiche, abiti da mangiare con gli occhi, maxipull, cinture e borse rosse/gialle; questo è Jeremy Scott che con un’idea riuscitissima ha interamente conquistato l’assenso del suo pubblico..

Katy Parry indossa Jeremy Scott per Moschino
Giorgia Apolloni




Nella Primavera con i Foxhound

a cura di Eleonora Ferrero


I Foxhound, da sinistra: Riccardo Salvini, Filippo Vindrola,
 Lorenzo Masoero e Luca Morino. Fonte: https://www.google.it/url?sa=i&rct

“Ci siamo rinchiusi per dieci giorni in una casa sulla cima di un gigantesco albero isolati dal mondo e anche da noi stessi, stufi della quotidianità fatta di chiacchiere. In mezzo al verde ci siamo interrogati su come si faccia a restare soli al giorno d’oggi, anche solo per un po’. 
L’assenza di segnale sui nostri telefoni e l’impossibilità di connettersi alla nuvola del web ci hanno permesso di ritracciare i confini della sincerità verso gli altri e verso noi stessi per poter apprezzare, con tanta più leggerezza, quello che ci ha regalato questa nuova era digitale"


Copertina dell'album "In Primavera"
Fonte:http://sentireascoltare.com/
album/foxhound-in-primavera/
E’ a seguito di questo lungo periodo di isolamento ed evasione dalla frenetica vita cittadina che nasce “In Primavera”, ultimo album dei Foxhound, giovani talenti torinesi. 
Il gruppo, composto dagli ex alfierini Riccardo Salvini, Lorenzo Masoero, Filippo Vindrola e Luca Morino ritorna sulla scena dopo il successo di “Concordia”, album d’esordio prodotto nel 2012 dai ragazzi, allora diciannovenni, che si fanno portavoce in Italia del genere indie-rock, originario del Regno Unito.  
Testi rigorosamente in lingua inglese e un sound che può rimandare a gruppi come gli Arctic Monkeys, gli Strokes, e i Blur, pietre miliari del genere.
Ragazzi sbarazzini, jeans e maglietta, è così che si presentano i Foxhound il 21 marzo, primo giorno di primavera, per l'inaugurazione dell'album che non poteva che essere rilasciato in questo periodo dell'anno. Il locale torinese scelto per lo show, lo "sPAZIO211",  è un luogo intimo e alternativo, particolarmente conforme al genere di performance che io e i fan del gruppo ci saremmo apprestati a vedere. L'atmosfera è rilassata, il pubblico numeroso nonostante lo spazio ristretto e il gruppo di apertura è adatto come un antipasto leggero in attesa del piatto forte.
L'attesa inizia a farsi sentire passate le undici, un'ora dopo l'inizio ufficiale del concerto, in particolare per gli amanti delle sorprese, ovvero coloro che hanno restito alla tentazione di ascoltare l'anteprima dell'album online.
Uno dei primi momenti del concerto 
(foto amatoriale)

Una nuvola di fumo fucsia contemporanea agli immancabili applausi e alle urla del pubblico fremente fa da sipario all'entrata in scena delle quattro sagome.
Una prende posizione alla batteria e le altre tre, con le chitarre i mano, si accostano ai microfoni. Alle loro spalle spiccano i contorni dell'esagono, simbolo copertina dell'album. Si accendono le luci e si svelano i volti grintosi dei musicisti. Si scambiano fra loro quello sguardo o quel gesto d'intesa che dà l'attacco al primo pezzo e che sembra dare origine a quella concentrazione che è compito di ognuno di loro mantenere fino alla fine. La prima canzone è All Alone on My Own che fa cominciare bene il tutto. L'adrenalina e il sudore aumentano man mano che la scaletta va esaurendosi.          



I cantanti, Riccardo Salvini e Lorenzo Masoero danno il meglio di sé con il loro inconfondibile duetto che unisce due timbri molto diversi, il primo basso e profondo, l'altro più pulito e studiato. Il chitarrista Luca Morino e il batterista Filippo Vindrola sono scatenati e instancabili. Tutti però dimostrano una presenza scenica e un'energia davvero incredibile, da veri professionisti.  Le canzoni sono tutte particolarmente originali e il pubblico è totalmente coinvolto ed entusiasta fino alla fine di questo susseguirsi di emozioni.
Lorenzo Masoero e Luca Morino al concerto
del 21 marzo (foto amatoriale)
L'album può in definitiva dirsi completamente riuscito secondo il parere della gran parte delle persone con cui ho avuto modo di discutere e, seppur qualcuno non abbia visto coesione fra i contenuti dell'album, per tutti si presenta come un' ulteriore conferma delle loro capacità artistiche.
Sono le ultime note di My Life is so Cool a segnare la fine della magia che per due ore ha regnato allo "Spazio 211".
L'energia e la serenità miste alla soddisfazione dominano la mia mente e l'ambiente che mi circonda, questo è lo stato d'animo provocato dall'album appena ascoltato.
Ora davvero posso dire: "che la primavera abbia inizio".


 
Un frammento del concerto del 21 marzo


giovedì 27 marzo 2014

Legalizzazione Marijuana: da che parte stai?

di Giulia Gregoris, Giulia Lavalle e Lorenzo Romano


Non tutti sono al corrente del fatto che lo scorso 13 Gennaio la nostra città, Torino, sia stata la prima a chiedere l'abrogazione della legge cosiddetta Fini-Giovanardi attraverso un voto del consiglio comunale. L'iniziativa del capoluogo piemontese è stata il principio di un fenomeno che ha poi  preso piede in altre città  italiane come Milano.
Tuttavia la questione continua ad essere assai dibattuta a causa delle differenti opinioni riguardo questo tema.
Da una parte l'impeto di coloro i quali sono favorevoli alla legalizzazione o per lo meno ad una più precisa differenziazione tra droghe leggere e droghe pesanti che, oltre al sostegno proveniente da importanti personalità politiche, può contare sull'appoggio di medici di fama mondiale, come Umberto Veronesi che afferma:
[...] davvero crediamo che penalizzando il possesso di una dose possiamo interrompere la spirale di angoscia esistenziale che porta al baratro mortale della droga pesante?[...] Se fosse vero, le statistiche non mostrerebbero circa 200mila dipendenti da droghe pesanti in Italia, più o meno come 10 anni fa. Rendere la cannabis un tabù o un piccolo crimine non serve affatto ad affrontare il problema. [...] La droga è un problema più sociale e culturale, che penale e una legge che impone sanzioni pesanti o addirittura la prigione non può risolverlo. Dobbiamo renderci conto che se rendiamo criminali i consumatori di droga, li obblighiamo soltanto ad uscire dalla legalità e dal controllo, senza che smettano di drogarsi.
Anche coloro che si schierano contro tale mozione possono contare sull'appoggio di personalità mediche di spicco, come Rosario Sorrentino; il neurologo ha organizzato, con l'appoggio del ministro della salute Beatrice Lorenzin, un giro di conferenze nelle scuole italiane dal titolo "Ma quale droga leggera?". In un intervista al quotidiano Metronews afferma che l'uso ricreativo di sostanze come Hashish e Marijuana è assolutamente dannoso, in particolar modo negli adolescenti in quanto compromette lo sviluppo definitivo di alcune capacità intellettive. Sorrentino ribadisce però che l'uso fine a se stesso vada distinto da quello terapeutico, a patto che l'assunzione venga prescritta da un medico.
La legalizzazione della marijuana, tema che fino a poco tempo fa era considerato "tabù" nel nostro paese, è in altri stati una realtà concreta. Alcuni paesi hanno infatti da anni una legge che ne permette l'assunzione a scopo ricreativo nei limiti delle restrizioni;  tanti altri governi invece si sono mobilitati ultimamente per variare le proprie leggi.
Qui potete trovare una mappa interattiva che da l'idea delle diverse realtà riguardo questo argomento a livello mondiale: http://www.lastampa.it/medialab/data-journalism/marijuana-legale-o-no

Non ci resta che aspettare e scoprire se questa mappa verrà modificata o meno per quanto riguarda la voce "Italia".

mercoledì 26 marzo 2014

L'infinito siamo noi

di Jamie Wang

"È una lettura molto semplice, ma estremamente difficile se la si vuole fare bene."
(Ragazzo da parete)


E' questa la frase perfetta per questo piccolo scrigno di emozioni, "Ragazzo da parete", romanzo epistolare scritto da Stephen Chbosky, che ha anche diretto il film uscito nel 2012 con il nome di "Noi siamo infinito".
Semplicemente prendete le vecchie cassette, preferibilmente "Aspleep" dei The Smith, mettetele nel vecchio stereo polveroso e lasciatevi trasportare negli anni '90.

E' la storia di Charlie, il "wallflower"(tappezzeria) del titolo, un ragazzo diverso dagli altri, timido, che osserva, un pensatore non convenzionale, un giovane Holden moderno.
Charlie ha appena iniziato il suo primo anno di liceo, ma a differenza dei suoi coetanei non ha amici, e l'unico a parlargli è Bill, il suo professore di letteratura, che farà nascere in lui la passione per la scrittura. Charlie è un adolescente con un passato doloroso, nel suo animo vive ancora il ricordo della zia morta quando lui aveva sette anni e sta ancora superando il trauma dettato dal suicidio del suo migliore amico Micheal.
I giorni passano, ma ben presto Charlie conosce due bizzarri personaggi, Patrick e la sua sorellastra Sam, di cui si innamora. Così, grazie ai suoi nuovi amici, comincerà un viaggio che porterà Charlie alla scoperta di tutto ciò che, da timido sedicenne, non conosce: alcol, sesso, droga, locali.
(Per la trama completa: http://it.wikipedia.org/wiki/Ragazzo_da_parete)
Charlie, Sam e Patrick, dal film "Noi siamo infinito"

Ma Charlie non è solo un ragazzino timido dal passato difficile. Charlie è un ragazzo dalla sensibilità disarmante, che scoppia a piangere più del dovuto, che mette chiunque prima di se stesso, che è disposto a stare con una ragazza anche se non le piace in quel senso, cioè Mary Elizabeth, che si lascia baciare da Patrick quando il ragazzo lo molla, che si mette in costume da bagno per partecipare al Rocky Horror Picture Show e che scrive saggi per il suo professore di letteratura inglese. Un ragazzo da parete, come dice Patrick: "Tu vedi le cose. Non ne fai parola con nessuno. E riesci a capire le persone."

In questo libro c'è tutto quello che un adolescente vive e che un adolescente degli anni '90 ha visssuto. I Nirvana, il liceo, le droghe, la patente, il Pasto nudo e Sulla strada, Rocky Horror Pictur Show e MASH, tutto rigorosamente su cassetta. E proprio a quella generazione, quella intimista ma allo stesso tempo  "trasgressiva", sull'orlo di una melanconia che può portare all'annullamento della propria volontà perché travolti dalle difficoltà della vita, a quegli adolescenti per i quali è stata una sofferenza vivere è dedicato il libro. Quella generazione che grazie alla musica, all'amicizia, e a quel "sentire", ha dato un senso a quegli anni. Perché ci sono momenti in cui "Noi siamo infinito".