ALGOL, LA STELLA CANNIBALE
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Già nota più di tremila anni fa ai sacerdoti-astronomi dell’Antico Egitto, è stata riscoperta dalla traduzione di un antico codice egizio, che rappresentava un calendario, nel quale era indicato l’alternarsi dei giorni fausti e di quelli non. Analizzando e studiando questo reperto, i ricercatori dell’Università di Helsinki hanno scoperto che nel conteggio dei giorni venivano seguite due periodicità una delle quali si è fatta risalire a questa particolare stella.
Il corpo
celeste fa parte di un sistema stellare composto appunto da Algol A (stella più
piccola e luminosa) e un Algol B (più grande e rossastra), questo perché più
del 50% delle stelle nelle galassie non sono isolate, come il sole, ma legate a
coppie di due grazie alla forza di gravità
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simulazione al pc della rotazione di Algol A ed Algol B attorno allo stesso centro di massa |
In poche parole, dato che si tratta di un sistema multiplo, il continuo passaggio di Algol A davanti Algol B e viceversa, dalla Terra dà l’impressione che uno dei due astri sia inghiottito dall’altro, anche se in realtà è solo la successione di eclissi.
Inoltre, sempre in
ambito egizio, questa particolare stella era rappresentata nell’occhio di
Horus, simbolo del potere regale e della prosperità, poichè mostrandosi sia
spenta che brillante, veniva associata allo stato rispettivamente pacifico e
infuriato della divinità.
Algol è visibile ad occhio nudo, e il periodo migliore per osservarlo è tra settembre e marzo. I suoi cambiamenti di luminosità, che avvengono in meno di tre giorni, sono notevoli, infatti se lo si comincia a guardare nel momento di minima lucentezza si può notare che nel giro di poche ore diventa addirittura tre volte più brillante.
La cosa più
bizzarra, però, è vedere come dopo più di tremila anni gli uomini si lascino
ammaliare ancora da questa stella “cannibale”, forse allora Algol ha davvero
qualcosa di speciale e magico, spetta a noi scoprirlo, magari guardandolo
apparire e sparire nel cielo.
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