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martedì 2 aprile 2013

Siamo uomini o formiche?


Edward Wilson, professore emerito a Harvard, fondatore della socio-biologia, cioè lo studio dell’ evoluzione biologica dei comportamenti sociali, ha cercato di dare una risposta alle domande che da sempre affliggono l’uomo, vale a dire chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo.
Edward Wilson
Prendendo spunto dall’ archeologia, dalla biologia evoluzionistica, dalle neuroscienze e dalla matematica ha  proposto la sua spiegazione del perché siamo umani e in particolare del perché siamo la specie dominante: questa teoria ha il nome di eusocialità.
In un’intervista rilasciata a La Stampa, il professore afferma che la teoria della selezione di
parentela, di Richard Dawkins, da alcuni decenni non è considerata così perfetta.
Wilson sostiene che l’eusocialità sia una delle più grandi invenzioni nella storia della vita, infatti l’uomo sarebbe una scimmia nuda che vive in comunità multi-generazionali, che si divide i compiti ed è tendenzialmente altruista, ma è proprio in questo modo che si comportano le formiche, però tra noi e questi insetti c’è una differenza, perché negli umani c’è una doppia natura: siamo allo stesso tempo egoisti e generosi, angelici e diabolici.
Nella sua teoria, il professore approfondisce anche la condizione umana. Per lui, infatti, all’interno di un gruppo si manifestano dei comportamenti individuali e competitivi, però allo stesso tempo possiamo anche rivelarci cooperativi e altruisti. Se l’umanità fosse composta da una sola unità collettiva, saremmo molto più simili alle formiche, ma, ad esempio nella scienza, se gli individui non collaborassero, le invenzioni di un singolo non sarebbero mai elaborate e migliorate.
Essendo consapevole che gli scienziati spesso sono troppo ottimisti, crede che se si riuscisse a sprecare meno tempo nei conflitti aperti, la qualità dei singoli potrebbero meglio emergere e ognuno potrebbe più facilmente realizzare i propri sogni.
Per Wilson non è tanto importante sostituire la scienza alla filosofia e alla religione, ma piuttosto capire chi è davvero l’uomo.
                                                                                                                    Simona Orlandi

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