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domenica 6 aprile 2014

Bastille: l'alternative rock che scala le classifiche

Bastille, Londra 2013
Di tormentoni, artisti meteore e pezzi di moda per poco tempo ne sentiamo tutti i giorni: personaggi costruiti a tavolino sotto l'ala del discografico di turno. Artisti creati per piacere, e stupire a primo impatto tramite mosse efficaci, ma destinate a svanire in un periodo di tempo più lungo dei canonici 3 mesi.

E ti ritrovi a sentire quel pezzo che hai amato tanto due estati fa ma che hai scordato appena il caldo ha smesso di farsi sentire e l'inverno è diventato parte della quotidianità. E quindi a chiederti che fine abbia fatto quel cantante che sembrava dovesse spaccare il mondo, tanto il successo del suo pezzo, ma che adesso tutti hanno riposto in un cassetto nascosto della propria memoria.


Il leader Dan Smith nel video di
Pompeii
Pompeii del gruppo britannico Bastille è stato uno dei brani-tormentoni più ascoltati dell'estate 2013. Non c'era radio, nè Mtv, nè programma televisivo che tenesse: Pompeii era suonata ovunque, dal locale giù al mare di sera, al negozietto di città. Ha scalato in poche settimane le classifiche di tutto il mondo, ottenendo il disco di platino in nazioni come l'Italia e l'Australia ed il disco d'oro in Belgio e in Germania. E non a caso: Pompeii infatti ha tutti i numeri per essere considerata una canzone dai toni alternative-rock davvero raffinata ma potente, e così i Bastille.


Una scena del video di Flaws
Se Pompeii poteva sembrare l'ennesima meteora, i Bastille ci hanno fatto ricredere con l'uscita di Laura Palmer, seguita da Things We Lost in the Fire e, per ultima diffusa in tutte le radio attualmente, Of the Night, mash-up di diverse hit degli anni '90 , unica canzone non scritta dal leader Dan Smith.

Ciò che colpisce dei Bastille e del loro primo EP Bad Blood, la cui tracklist prevede 13 canzoni, tra cui Flaws ed Oblivion, è il riuscire ad essere accattivanti e freschi tramite una semplicità innovativa, che appaga e lascia qualcosa, sicuramente apprezzabile da chi ricerca qualcosa di più del solito mainstream, ma perfettamente commerciabile da poter essere passata in radio e ascoltata con leggerezza. E seppur parlando d'amore tormentati e di dolori cantati e strimpellati da tutti i cantanti del mondo, i Bastille non sforano mai nel banale o nello smielato, rimanendo dolci e mai zuccherosi. 


La copertina di Bad Blood

Ed il paragone con i Muse o i The Killers può sorgere spontaneo, essendo anch'essi sulla stessa lunghezza d'onda. Ma ciò che rende questo gruppo diverso è una spontaneità che non ha bisogno di troppo rock e suoni duri, pezzi che anche in versione acustica riescono ad essere essenziali. 

E i Bastille, pur non essendo una band da troppo tempo, hanno dimostrato con l'uscita di Bad Blood di poter tranquillamente vendere migliaia di migliaia di dischi facendo buona musica. Ed essendo la prova che il successo può essere conquistato anche senza progetti discografici studiati a tavolino.


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Di Lorenza Scrofani.


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