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sabato 5 aprile 2014

Chiude Agrati a Collegno:82 dipendenti a casa


Lo stabilimento a Collegno
di Elena Vitiello
La multinazionale Agrati, produttrice di bulloni per elettrodomestici ed automobili, il gennaio scorso ha annunciato la possibile chiusura dello stabilimento Fivit-Colombotto di Collegno. Il 24 febbraio è stata presa la decisone definitiva: 82 licenziamenti e la chiusura della fabbrica. La causa? Ovviamente la crisi che in questi ultimi anni sta colpendo sempre più aziende.
 I dipendenti hanno attuato un movimento di protesta, iniziato il 31 gennaio con otto ore di sciopero, seguito nei giorni successivi da una fiaccolata e da disegni fatti dai bambini degli operai.

Uno degli striscioni di protesta
 
I sindacati Fiom-Cigl sono rimasti sconcertati da questa scelta criminale, perché ritengono che sia un'azienda sana e con possibilità di lavoro: l'Agrati ha infatti quattro impianti in Italia, altri quattro in Francia e uno in Cina. A niente sono quindi servite la fiaccolata e i disegni; su uno di questi c'è scritto: ''Papà, queste sono le mie manine: vorrei tanto aiutarti. Agrati non chiudere, fallo per la mia famiglia''; un altro: ''Papà, so che piangi in silenzio, ma ce la faremo''; ''Dentro all'uovo di Pasqua di quest'anno vorrei che Agrati non chiudesse''; ''Niente scuola, nessun libro, nessun vestito, poco cibo, niente futuro...Agrati ti sembra giusto?''.


Alcuni articoli di giornale e disegni
 
I dipendenti, però, non mollano: ogni mattina, in via De Amicis 114,a 100 metri dalla  stazione della Metropolitana Fermi, si possono notare uomini e donne, lavoratori insieme alla propria metà, seduti ad un banchetto a protestare; molti sono i cartelloni con le lamentele: grida così forti che sono arrivati anche all'Arcivescovo di Torino, il quale è andato a trovarli e li ha esortati a continuare a lottare.
Dopo questo incontro è stata organizzata una manifestazione lo scorso 9 marzo nel parco ''Alberto Dalla Chiesa'', la quale, con musica dal vivo, una ricca grigliata e spettacoli acrobatici, ha coinvolto tutti i cittadini  che si sono dimostrati efficienti ed altruisti. Se ne riporta un estratto:
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Il 24 marzo, durante un incontro in Regione, a cui hanno partecipato la Fiom, l'assessore al Lavoro Claudia Porchietto e il sindaco di Collegno Silvana Accossato, l'azienda ha comunicato la possibile ricollocazione di una quarantina di operai in altre realtà produttive dopo un anno di cassa integrazione. Intanto la battaglia è ancora dura e gli operai continuano a protestare: il 5 aprile davanti la Prefettura di Torino; in seguito, se tutto ciò non servirà, si andrà a Roma.
 
 
Il luogo della manifestazione
 
 
 
 



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