Di Elena Iula, Ilaria Pezzi, Elisa Sanna.
Se uno dei più grandi dubbi esistenziali è la presenza di vita su Marte, dal 2023 avremo una certezza: sì.
Se uno dei più grandi dubbi esistenziali è la presenza di vita su Marte, dal 2023 avremo una certezza: sì.
Nel
2011 nasce Mars One, un progetto no-profit creato dal ricercatore
olandese Bas Lansdorp che stabilirà un insediamento umano permanente sul
Pianeta Rosso.
Sono più di 200.000 le persone in tutto il mondo che hanno presentato la loro candidatura attraverso un video di
presentazione. La candidatura si è conclusa il 31 agosto 2013. Il
progetto prevede la messa in onda di un reality show in stile "Grande
Fratello" che servirà soprattutto a coprire i costi della missione (6 miliardi di dollari) e che permetterà al pubblico di scegliere chi dovrà partire.
Ogni candidato verrà selezionato in base alla propria “adattabilità, curiosità, capacità di fidarsi e creatività”.
Coloro
che verranno scelti dovranno sottoporsi a otto anni
di allenamento che prevederanno test psicologici e periodi di
isolamento. Per riprodurre la vita che condurranno su Marte vivranno prima in un modulo abitativo nel deserto dell'Utah, un ambiente
desolato simile a quello marziano, poi simuleranno una missione di 12 mesi
nel gelo del Canada Settentrionale; dovranno acquisire capacità
tecniche, utili per la manutenzione degli strumenti, capacità mediche,
per poter affrontare eventuali problemi di salute, e imparare a convivere
con altre persone in poco spazio. Ma soprattutto dovranno dire per
sempre addio alla Terra.
Il progetto infatti prevede un viaggio di sola
andata che durerà ben sette mesi, in un'astronave in cui si dovrà mangiare cibo liofilizzato, pulirsi con salviettine umidificate e convivere in uno spazio molto ristretto con altre tre persone, e dopo l'atterraggio non ci sarà la
possibilità di ritornare, perché per ora non ci sono le competenze
tecniche necessarie per un decollo dalla superficie marziana.
Le capsule in cui vivranno i coloni |
Una
volta atterrati gli astronauti vivranno in capsule di 50metri quadri
per persona, con camera da letto, soggiorno e una zona in cui poter
coltivare il cibo. Potranno fare la doccia ed indossare abiti comuni.
La
posizione dell'insediamento è stata scelta in base alla vicinanza con
una fonte di acqua ghiacciata, quindi non sarà difficile avere a
disposizione acqua per bere e lavarsi, il suolo marziano ha inoltre
fonti naturali di azoto, l'elemento che costituisce l'80% dell'aria che
respiriamo, mentre l'ossigeno sarà
generato tramite elettrolisi.
L'energia necessaria sarà fornita attraverso pannelli solari.
Nel 2016 verrà inviata una sonda contenente 2500 kg tra ricambi, pannelli fotovoltaici e generi alimentari e il primo satellite per le comunicazioni con la Terra, ma i coloni dovranno munirsi di pazienza perché la comunicazione via radio prevederà un ritardo di 20 minuti.
Per camminare sul suolo
marziano dovranno indossare speciali tute dal peso di 45 Kg che li
proteggeranno dalle radiazioni solari e dalle temperature che si
aggirano dai -130 C° ai 35 C°, inoltre l'atmosfera di Marte è il 38% di
quella terrestre, quindi i coloni potrebbero riscontrare stress
meccanico alle articolazioni e anche modificazioni a livello
osseo-muscolare.
Ma se pensate che vadano su Marte per lasciarsi alle spalle ogni stress lavorativo della Terra vi sbagliate: in breve tempo i coloni dovranno essere in grado di trovare nuovi materiali da utilizzare per la costruzione di nuove abitazioni.
Nel 2023 verrà inviato il primo equipaggio di 4 persone e ogni due anni verrà inviato un nuovo equipaggio, si prevede così di raggiungere un numero di 20 individui entro il 2033.
Come
ogni progetto però, anche Mars One ha i suoi 'contro': oltre
all'inesistente possibilità di poter far ritorno a casa, vi è anche il
rischio delle radiazioni spaziali, ma riguardo a questo problema Lansdorp
assicura che non vi sono reali pericoli.
Un altro fattore da non
sottovalutare è la convivenza forzata che i coloni dovranno subire con
persone di etnie, culture e abitudini diverse dalle proprie.
Come ultima cosa, ma non meno importante, vi è poi la probabilità sopravvivenza dei coloni durante il viaggio, stimata dalla critica a meno del 20%. Il ricercatore olandese comunque non sembra preoccupato di questi pericoli e garantisce la massima sicurezza.
Nel 1969 Neil Armstrong metteva il primo piede sulla Luna, nel 2023 non si tratterà solo di toccare il suolo marziano ma di viverci per sempre.
Link pagina Mars One http://www.mars-one.com/
Link candidature italiane https://community.mars-one.com/screen_name/ALL/18/82/IT/ALL/5|6/ALL
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